VERETO. ANTICA CITTA’ MESSAPICA TRA LE PIETRE E GLI ULIVI DELL’OMONIMA SERRA
Marco Cavalera
L’abitato messapico di Vereto sorge sull’omonima serra (155 m. s.l.m), in una posizione strategicamente ottimale da cui si domina l’intera piana sottostante che si stende a Nord/Nord-Est, un ampio specchio di mare verso Sud e la costa ionica da Torre Vado sino a Santa Maria di Leuca.
Promontorio di Santa Maria di Leuca visto dalla sommità sud-orientale della serra di Vereto. Foto archivio Archès.
La presenza di ceramica d’impasto dell’età del Ferro e il rinvenimento di resti di capanne attestano una frequentazione a partire dal IX sec. a.C.
La fase arcaica è documentata da frammenti di ceramica di produzione locale e da alcune iscrizioni in lingua messapica incise su cippi in calcare, provenienti da contesti funerari.
In età ellenistica l’area dell’insediamento venne cinta da mura in grandi blocchi squadrati di calcarenite. Il tratto maggiormente conservato è visibile, per un’altezza massima di quattro filari, in corrispondenza del limite sud-occidentale dell’abitato antico (loc. Usca Pajare). I blocchi sono messi in opera alternativamente di testa e di taglio, secondo una tecnica costruttiva già nota in ambito messapico.
Alcune indagini archeologiche, effettuate lungo la via vicinale Usca Pagliare, hanno riportato alla luce parte delle imponenti fondazioni della fortificazione. Si tratta di un muro pieno largo circa 4 metri, costituito da tre – quattro file di blocchi, di spessore e lunghezza costanti (m. 0,32 x 1,57); la larghezza invece varia dai m. 0,90 dei blocchi di taglio ai m. 0,50 di quelli di testa.
Vereto. Tratto di cinta muraria messapica in località Usca Pagliare. Foto di N. Febbraro.
All’interno della cinta muraria si sviluppavano nuclei di abitato, che si alternavano con zone libere destinate all’agricoltura e al pascolo.
Nell’area archeologica veretina si rinvengono numerosi elementi architettonici, spesso riutilizzati nei muri a secco, e strutture ancora parzialmente interrate, che potrebbero appartenere a edifici messapici costituiti dai tipici ambienti a pianta quadrangolare con fondazioni in blocchi squadrati, alzato in spezzoni lapidei e copertura in laterizi fittili.
L’approdo di riferimento di Vereto era la baia di Torre San Gregorio, ben protetta dai venti dei quadrati meridionale e settentrionale e ben fornita di acqua dolce sorgiva.
Area urbana di Vereto. Tratto superstite di mura in opera incerta (età romana). Foto di N. Febbraro.