VIAGGIO ARCHEOLOGICO SULLA “CRESTA” DELLE MURGE. MONTE GIANECCHIA A CISTERNINO
di Marco Cavalera
Monte Gianecchia, nel territorio di Cisternino, è un’altura che si eleva sulle propaggini delle Murge, a circa 380 metri s.l.m., digradante con un notevole salto di quota sulla pianura costiera tra le località di Rosa Marina (Ostuni) e Torre Canne (Fasano).
La posizione strategicamente ottimale consente di dominare l’intera piana sottostante che si distende a Nord/Nord-Est fino ad Egnazia, un ampio specchio di mare verso oriente e il territorio paracostiero di Ostuni a meridione. A Nord/Est invece il sito si affaccia su un canalone naturale denominato “Gravina di Rodia”, sui cui versanti si aprono grotte e ripari sottoroccia.
Sul pianoro di Monte Gianecchia si possono ammirare ancora dei lembi residui di antiche quercete, con esemplari secolari a protezione di un luogo che sembra aver conservato la sua vocazione agricola e pastorale.
La presenza di selci, ceramica ad impasto e resti di un battuto pavimentale in cocciopesto e malta cementizia attestano una lunga e continua frequentazione dell’area dal Neolitico all’età romana.
Le ricerche di superficie hanno permesso di inquadrare cronologicamente il sito protostorico dal Bronzo iniziale (fase di Cavallino/Protoappenninica, prima metà II millennio a.C.) al Bronzo finale (XI-X sec. a.C.)[1].
Su uno dei punti più alti e centrali di Monte Gianecchia, nei pressi di una cisterna con copertura di blocchi isodomi di calcare locale e a poca distanza da cumuli di pietre, sono state rinvenute evidenze archeologiche risalenti all’età ellenistica e romana-repubblicana.
Le indagini stratigrafiche, svolte nel 2009 dagli archeologi della cooperativa S.A.E.T.T.A. di Cisternino, hanno restituito “diversi elementi architettonici: la soglia di una porta che presenta ancora tracce dell’alloggiamento dei cardini ed ancora si possono notare i resti di un intonaco parietale posto lungo alcuni setti murari. Uno degli ambienti indagati è caratterizzato dalla presenza di un battuto pavimentale in coccio pesto, decorato con tessere marmoree e in argilla di vario colore”[2]. Si tratterebbe di un grande edificio posto in una posizione strategica da cui controllare visivamente tutto il territorio paracostiero e le gravine retrostanti.
L’area archeologica di Monte Gianecchia, segnalata nella Carta Archeologica del Comune di Cisternino, è raggiungibile attraverso un sentiero che si apre nella macchia boschiva sul costone della Murgia.
Il passaggio dei cacciatori è reso evidente dalla presenza di bossoli di cartucce usate, la cui densità è indice di un’intensa attività di caccia e di un contestuale basso indice di rispetto nei confronti di un luogo – ancora incontaminato – degno di tutela e valorizzazione dal punto di vista turistico, considerate le potenzialità e le attrattive naturali e archeologiche che esso offre.
Bibliografia:
Burgers G-J., Recchia G., Ricognizioni archeologiche sull’altopiano delle Murge. La Carta archeologica del territorio di Cisternino, Foggia 2009, pp. 153-156.
[1] Progetto finalizzato alla redazione della Carta Archeologica del Comune di Cisternino, diretto da Gert-Jan Burgers della Vrije Universiteit di Amsterdam, in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, in collaborazione con l’Università di Foggia e il Gruppo Archeologico “Valle d’Itria”.
[2] Notizie tratte da un’intervista alla Presidentessa della cooperativa S.A.E.T.T.A., dott.ssa Patrizia Semeraro, pubblicata il 20 aprile 2010 in un articolo a firma di Paolo Favre sul sito http://www.largobellavista.it/rubriche/jure-loquendi/itemlist/tag/monte%20giannecchia.